Gli strumenti di Internet per l'avvocato
di Luca-M de Grazia

VARIE

Alcuni buoni motivi per usare computer ed Internet (in particolare per gli avvocati)

 

Nel corso di questo breve articolo cercherò di fornire una idea di massima della potenzialità che l’utilizzazione del computer, delle reti locali e della rete Internet possono aggiungere al lavoro dell’avvocato.

Cominciando dalla semplice utilizzazione del computer, è estremamente semplice pensare ad una razionalizzazione del lavoro dello studio:

  • automatizzazione di tutta quella parte del lavoro che è ripetitiva: lettere informative, precetti, decreti ingiuntivi, istanze, i c.d. "ricorsi seriali" in alcune materie (come per esempio quelli in materia previdenziale), ed altro ancora;
  • riutilizzazione di studi e ricerche effettuate per casi simili: è sufficiente organizzare il proprio lavoro dividendo fatto e diritto per potere spesso riutilizzare concetti e ricerche effettuate i precedenza;
  • organizzazione delle ricerche giurisprudenziali per argomenti, anche in questo caso al fine di costituire una banca dati di casi già trattati:
  • possibilità di correzione di bozze elaborate da collaboratori, semplicemente utilizzando la possibilità di revisionare attraverso una rete locale il lavoro che si trovi – fisicamente – su di un altro computer;
  • ricerche giurisprudenziali effettuate in tempi oggettivamente brevi, utilizzando i cd-rom oggi disponibili a costi non proprio proibitivi, con la possibilità di passare dall’articolo di legge ovvero del codice alle massime giurisprudenziali sull’argomento ed, eventualmente, anche alla sentenza per esteso della Corte di Cassazione;
  • possibilità di ricercare attraverso gli appositi "canali" messi a disposizione dai vari programmi di ricerca, decisioni emesse in tempi successivi rispetto a quella eventualmente già reperita e che si attaglia perfettamente al caso concreto. Quest’ultima possibilità, peraltro possibile anche attraverso il sistema di ricerca del Ced della Suprema Corte di Cassazione (raggiungibile anche attraverso Internet da alcuni anni), è assolutamente impossibile da avere effettuando ricerche su documenti "cartacei";
  • la stessa cosa si può avere per quanto concerne il testo vigente delle disposizioni legislative; avere in tempi brevi, evitando un faticoso lavoro di " copia ed incolla", il testo vigente di una disposizione di legge, ritengo personalmente sia da una parte una necessità assolutamente irrinunciabile per ogni operatore del diritto.

Alle possibilità sopra elencate aggiungerei, come passo successivo, quella di avere un archivio "storico" di tutto quello che è stato "prodotto" dallo studio archiviato su un semplice cd-rom, dal costo praticamente irrisorio, nel quale agevolmente possono essere archiviate le pratiche di un intero anno.

Ulteriore passo avanti potrebbe essere quello di archiviare non solo i documenti prodotti, ma anche quelli pervenuti, in modo da costituire una replica elettronica del fascicolo cartaceo, sicuramente più facile ed agile da consultare; il tutto può essere effettuato attraverso scanner che memorizzino gli atti pervenuti sia in formato tipo "fotocopia", sia – attraverso programmi appositi che hanno raggiunto livelli assolutamente impensabili di accuratezza, i c.d. OCR (Optical Caracter Recognising) – avere memorizzato il testo utilizzabile in un comune programma di videoscrittura.

La stessa cosa può essere effettuata con i fax, che ricevuti direttamente su di un computer possono essere memorizzati in formato grafico ed anche acquisiti in formato "testuale", con l’aggiunta di una maggiore velocità di trasmissione e la possibilità di inviarli attraverso la programmazione dell’invio in orari nei quali il costo della telefonata sia minimo.

Da notare anche la possibilità di effettuare sia la contabilizzazione delle entrate, sia l’attività di redazione delle note spese, sicuramente noiosa ma necessaria, in maniera sia automatica sia semi - automatica, collegando la redazione delle note spese alle attività effettuate che, memorizzate nel computer, possono agevolmente essere trattate da apposti programmi quasi senza l’ausilio dell’operatore.

Per tornare alle reti locali, la disponibilità ad un costo relativamente basso di un sottosistema dedicato alle banche dati, consente la consultazione di tali banche dati contemporaneamente da parte di più soggetti che collaborino nello studio professionale, con evidente aumento di produttività.

Tra l’altro ultimamente sono stati immessi in commercio programmi che con una spesa davvero contenuta (attorno alle 300.000 / 350.000 iva compresa) consentono di dettare direttamente nel proprio programma di videoscrittura preferito, superando in questo modo anche la ritrosia ad usare la tastiera purtroppo così radicata in molti avvocati.

Alcuni di questi programmi hanno anche la possibilità di trascrivere appunti vocali presi su appositi registratori digitali, anch’essi dal costo contenuto (pari a quello del programma stesso); mi sembra ovvio che le possibilità di utilizzazione di tale accoppiata possa essere limitato soltanto dalla fantasia di ognuno.

Una ultima chicca; con un apparecchio delle dimensioni di una macchina fotografica compatta e del costo di circa 1.200.000= è possibile effettuare riproduzioni di qualsiasi documento, in particolare potrebbe essere utile per "fotocopia" verbali di udienza e quant’altro sia necessario avere immediatamente per una successiva analisi tecnico –giuridica. Il "file" viene memorizzato nella memoria di questo apparecchio (che può contenere circa 100 pagine) e successivamente riversato in un computer, per essere sottoposto al solito trattamento, come immagine ovvero come file di puro testo.

Se passiamo poi alle possibilità offerte al giurista, ed all’avvocato in particolare, dalla rete Internet, si può davvero dire che essendo soltanto agli inizi si può soltanto dare una panoramica di quelle che potrebbero essere gli sviluppi futuri.

Direi che un punto di riferimento in questo campo potrebbe essere la lettura di due libri pubblicati dal dott. Francesco Brugaletta, magistrato del T.A.R. di Catania, estremamente attento alle c.d. "nuove tecnologie".

I due libri dei quali sto parlando sono "Internet per i giuristi", già giunto alla seconda edizione, e "Come trovare leggi e sentenze gratis su Internet", un agile libello che può essere considerato come una sorta di portolano per gli avvocati che vogliano finalmente avventurarsi nella grande rete.

Tra l’altro ambedue i libri contengono una gran messe di link utili per l’avvocato, dai quali si può tranquillamente partire per utilizzare in maniera proficua la rete Internet.

A mio personale parere la rete Internet può essere vista in svariati modi da parte dell’avvocato, tra i quali i più importanti potrebbero essere:

  • fenomeno da studiare e capire da un punto di vista professionale
  • occasione di contatto con colleghi, istituzioni e soggetti del mondo giuridico
  • semplice mezzo di comunicazione (tra l’altro a basso costo)
  • enorme vetrina per i servizi offerti dal professionista

Tralasciando per un momento il primo degli aspetti, che ritengo debba essere necessariamente assistito anche da una sana curiosità per l’aspetto tecnologico e tecnico delle cose che si vanno a studiare, (ho già espresso tempo fa il mio pensiero sui rapporti intercorrenti tra il giurista e la rete Internet, in un articolo chiamato, appunto, "Il giurista ed Internet", in Diritto & Diritti - Rivista giuridica elettronica, pubblicata su Internet all'indirizzo http://www.diritto.it , ISSN 1127-8579, Gennaio 1999, http://www.diritto.it/articoli/informatica/il_giurista_ed_internet.htm) vorrei brevemente analizzare gli altri aspetti del fenomeno, per poi giungere a quelle che potrebbero esser considerate (almeno qui nel nostro paese) le frontiere dell’utilizzazione della rete Internet per la professione dell’avvocato.

L’utilizzazione della rete Internet come occasione di contatto e di scambio tra colleghi mi sembra possa agevolmente compresa anche dai "non tecnici"; la velocità di scambio di e-mail consente di avere a disposizione una sorta di "consulenti" virtualmente infinita, e naturalmente lo scambio di opinioni tra colleghi che operino in fori diversi per collocazione geografica e dimensioni non può che arricchire il bagaglio culturale di ognuno.

Aggiungo qui la possibilità di avere riunioni "telematiche" su argomenti specifici; un programma molto usato è ICQ della Mirabilis (www.mirabilis.com) che vuol dire "Io ti cerco). In questo modo è possibile avere delle riunioni "virtuali" su argomenti specifici, tra soggetti che siano di fatto molto distanti uno dall’altro, che naturalmente possono essere registrate [si tratta di una sorta di lavagna elettronica sulla quale ognuno scrive e gli altri leggono quello che si scrive] ed utilizzate per avere il resoconto di tali sedute.

Oppure, spingendosi un po’ più in là (qualche sera fa eravamo collegati in 4 persone, una da Pavia, io da Frosinone, un altro collega da Genova e l’ultimo da Barletta) è stata realizzata una chat "vocale", con il solo ausilio di un microfono e del "browser", il programma utilizzato per navigare in Internet.

Naturalmente anche queste riunioni possono essere registrate su computer e messe a disposizione per successive analisi e/o trascrizioni.

Il passo successivo sarebbe quello (legato peraltro ad una migliore qualità della banda offerta dai servizi di telecomunicazione) di avere delle vere e proprie video – conferenze tra colleghi ovvero tra avvocato e cliente; il costo dell’apparecchiatura in sé e per sé non è certo alto (circa 300-400 mila lire tra telecamera e programma), ma spesso la possibilità di utilizzazione effettiva dipende dalla qualità di trasmissione della linea.

Mi sembra talmente ovvia l’utilità di un simile mezzo di comunicazione che non mi dilungo oltre; segnalo solo due delle possibilità che tale mezzo potrebbe rendere di fatto concretamente applicabili.

  • Fornitura di servizi specializzati da parte di avvocati che magari risiedano non nelle grandi città proprio attraverso questo mezzo di comunicazione;
  • possibilità di costituire a costo tutto sommato accessibile una sorta di "studio legale" disseminato sul territorio, senza i costi elenfantiaci dei grossi studi di tipo "americano", con una specie di modello "cooperativo" le cui possibilità sono per adesso soltanto appena esplorate.

Accenno qui brevemente anche alla possibilità di avere on-line, ad un costo estremamente basso, tutte le sentenze emesse dalla magistratura di merito; in effetti questo sarebbe un servizio estremamente utile e comodo, in quanto – necessariamente – le grandi case editrici giuridiche non hanno alcun motivo di spendere soldi per pubblicare gli orientamenti locali. Al contrario, sapere in anticipo quale sia la giurisprudenza di questo o quel giudice in determinate materie contribuirebbe sicuramente ad una maggiore chiarezza e, in fondo, potrebbe anche portare ad una diminuzione del contenzioso, laddove si possa comprendere a priori che una certa soluzione non sia accettabile in un dato foro. Come effetto collaterale e certamente non secondario si potrebbe poi avere una statistica delle attività del magistrato, come dei vari avvocati, con la conseguente possibilità di analisi comparative che potrebbero svelare prese di posizione, sicuramente non coscienti, ma di fatto esistenti e magari preconcette.

Per quanto concerne invece la semplice trasmissione di atti ed altro, la possibilità di utilizzazione della posta elettronica è già estremamente attuale, ad une velocità almeno 5-6 volte superiore a quella di un fax; certo che quando sarà possibile trasmettere atti con valenza giuridica piena, ai sensi del DPR 513/97 (la legge sul c.d. "documento elettronico", certamente potranno essere diminuiti drasticamente molti tempi morti della professione.

Da ultimo, come dicono gli anglosassoni, "last but not least", mi sembra opportuno accennare alla possibilità di avere a disposizione sia le banche dati per il proprio lavoro, sia una specie di "scrivania virtuale"; accessibile da qualsiasi parte del mondo che abbia un accesso alla rete Internet.

Mentre la prima di queste possibilità dipende in gran parte dalla sensibilità delle case editrici specializzate, che penso in tempi non troppo lontani dovranno sostituire gli archivi su cd-rom con archivi consultabili on-line (naturalmente a pagamento), con l’ovvio vantaggio di poter accedere da qualsiasi punto del mondo alle informazioni necessarie al caso concreto, la seconda potrebbe – al contrario – partire dal basso.

Cerco di spiegarmi con termini chiari: allo stato attuale della tecnologia, è abbastanza facile e semplice organizzare tutto il lavoro di uno studio legale in maniera che sia contenuto in una o più banche dati o "database" strutturati a seconda delle esigenze del singolo professionista.

Orbene, sarebbe sufficiente pensare a questi database in funzione di Internet, per poi poterli "trasportare" ovvero "replicare" su di un server (cioè un computer permanentemente collegato alla rete Internet); in questo modo, attraverso applicazioni che sono perfettamente compatibili con i programmi di videoscrittura ed i fogli elettronici più usati, ul avvocato potrebbe accedere ai propri "archivi" personali da qualsiasi parte del mondo, effettuando ricerche, prelevando atti, fax, istanze e quant’altro possa essere utile, senza la necessità di portarsi dietro un intero ufficio.

Sarebbe più che sufficiente un portatile di media potenza, ma addirittura non sarebbe strettamente necessario; attraverso applicazioni che siano compatibili al 100% con i vari browser, in particolare utilizzando la tecnologia messa a disposizione dal linguaggio JAVA™, da un qualsiasi punto di accesso alla rete si potrebbe avere a disposizione il proprio studio come se fosse sul computer davanti al quale siamo fisicamente seduti.

E’ ovvio che tali soluzioni porrebbero dei problemi di sicurezza e riservatezza, ma sono problemi sicuramente superabili, per esempio anche attraverso l’utilizzazione delle c.d. "smart card", un prodotto derivato dalla legge sul documento elettronico.

Per dirla in termini semplici, consegnata una smart card ad un determinato soggetto, collaboratore dello studio ovvero cliente, ed attraverso un sistema di "certificati", che servono appunto a "chiudere il cerchio" per quanto concerne l’identificazione sicura dell’utente connesso da una postazione remota, si avrebbe una sicurezza quasi assoluta che chi si sta connettendo al nostro sistema informatico sia veramente chi afferma di essere. Vorrei chiarire che attualmente il costo di una smart – card è di circa 50.000/80.000 compreso il lettore, che su di essa è possibile inserire ulteriori sistemi a base biometrica (rilevatore di impronte digitali, etc.) che in unione ad una password renderebbero di fatto estremamente difficile l’utilizzazione non autorizzata di tali strumenti.

Per quanto concerne un eventuale cliente, in questo modo – con le informazioni opportunamente strutturate – questi potrebbe accedere ai documenti che lo interessano, essere aggiornato sullo stato della pratica, effettuare copie di quello che ha il diritto di visionare, in pratica senza perdere tempo e senza far perdere tempo all’organizzazione dello studio.

Spero di aver fornito una panoramica abbastanza chiara ed esauriente di alcuni degli aspetti salienti di cui si parlava nel titolo di questo articolo; rimango naturalmente a disposizione di chi voglia approfondire gli argomenti trattati tramite e-mail: studio.de.grazia@degrazia.it

Luca-M de Grazia

© Tutto il materiale presente sul sito, in qualunque forma espresso, è protetto dalle leggi sul diritto d'autore.